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NELLA NOTTE, PER L’UNIVERSITA’

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NELLA NOTTE, PER L’UNIVERSITÀ

Voglio cullarvi, amici,
amici d’un minuto:
persone che ho sfiorato;
e vorrei espandere una melodia
per le strade che fingono abbandono,
le case quando più non danno un suono
e resta solo, nel tessuto loro
qualche piccola e rada
e dolcissima pezza illuminata

Il mio canto vi prenda
e vi comprenda,
e popolate le mie immagini di luci;
su, vi esorto ad entrare nel mio mondo
rappezzato, un po’ stonato:
baracca da idroscalo
in faccia al mare, mentre il mare
consacra in alto le manate dei suoi spruzzi,
e la baracca così diviene un niente

Vi canterò ovunque siate,
brevi racconti che ho sfiorato;
avrei bisogno tutto fosse stato
fra noi diverso; ed ora non sareste
persone fatte sogni.
Ma conosco ugualmente
i posti dove siete;
senza saperlo, abbracciando dal mio letto
tutti gli sprazzi, i mari,
le colline del mondo

Ci rivedremo, (giuro!)
fra queste case che ora fingono il silenzio
e s’azzerano, lasciando liberi
di risuonare i vuoti della brezza.
Ci rivedremo e saremo tutti qui;
vivete voi l’estate anche per me.
Io sono qui, steso su un letto
di idiozia e d’impotenza
quasi contento a non saper reagire,
sconvolto dalla stessa
pesantezza di sasso del mio corpo;
vivete voi l’estate anche per me;
ci rivedremo, (giuro!)
quando Roma sarà tornata in sé


 Loredana Savelli - 27/02/2008 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Sembra il testo di una canzone. Emozionante.

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